La corsa occasionale è spesso associata nell’immaginario comune a effetti benefici sul sistema immunitario, tuttavia vi sono evidenze a supporto dell’attività fisica come alleata nello sviluppo di un’immunità efficace e le condizioni climatiche influiscono?
Il running ha numerosi effetti benefici sul sistema immunitario, come dimostrato dalla iperproduzione di diverse molecole antibatteriche senza differenze tra uomini e donne, con conseguente miglior controllo dell’infiammazione per esempio a livello salivare (Gillum TL, et al. J Strenght Cond Res 2015, Gillum TL, et al. Exerc Immunol Rev 2014).
Tuttavia, l’intensità dell’attività fisica è un fattore determinante per gli effetti sul sistema immunitario, infatti la corsa estrema, come l’ultra maratona (50-100 km), provoca uno stress fisico importante che può ridurre la produzione di molecole antibatteriche salivari, che tuttavia però sono sembrerebbe essere associato ad un aumento del rischio di infezioni respiratorie (Gillum TL, et al. J Strenght Cond Res 2013; Gill SK, et al. Int J Sport Med 2014). Nondimeno, l’ultra maratona si traduce anche in alterazioni dei valori di globuli bianchi, che possono raddoppiare per iperproduzione/rilascio di forme immature che però non proteggono dalle infezioni. L’aumento dell’infiammazione si associa inoltre a un aumento degli enzimi indicativi di danno muscolare, CPK e LDH (Zakovska A, et al. Front Physiol 2017; Nieman DC, et al. Brain Behav Immun 2014).
Sicuramente fattori personali predisponenti sono in parte responsabili dell’alterata risposta alle infezioni che viene osservata negli elite runners, infatti i soggetti che soffrono di infezioni delle vie respiratorie superiori hanno in media valori più bassi di anticorpi/immunoglobuline salivari/IgA rispetto a coloro che non si ammalano (Ihalainen JK, et al. Appl Physiol Nutr Metab 2016).
I fattori climatici possono influenzare la risposta immunitaria, e infatti l’attività all’aria aperta nei mesi invernali viene spesso ridotta, tuttavia uno studio recente ha dimostrato che l’attività fisica anaerobica al freddo non ha effetti sul sistema immunitario diversi rispetto a condizioni climatiche neutrali, tuttavia l’attività al freddo provoca minori fluttuazioni nei livelli di linfociti salivari (Carlson LA, et al. J Strenght Cond Res 2017).
La supplementazione con carboidrati o altri integratori viene spesso consigliata a chi svolge attività fisica, tuttavia non è chiaro se alcuni nutrienti possano modificare la risposta immunitaria. La supplementazione con carboidrati ha mostrato in studi in vitro di ridurre la risposta immunitaria, tuttavia uno studio su soggetti che eseguivano attività fisica non ha mostrato differenze nella risposta immunitaria dopo esercizio fisico prolungato. Al contrario, i livelli di zinco nel sangue aumentano in maniera significativa con l’esercizio fisico aerobico, con possibili effetti antiossidanti sul metabolismo, e sul sistema immunitario (Chu A, et al. Med Sci Sports Exerc 2016). Supplementi a base di olio di pesce sono stati invece dimostrati aumentare la proliferazione dei globuli bianchi e inibire la riduzione di molecole proinflammatorie in maratoneti (Santos C, et al. Int J Sport Nutr Exerc Meab 2013).
In conclusione, il running occasionale ad intensità moderata potrebbe avere effetti benefici sul sistema immunitario, stimolando la produzione di alcune molecole antibatteriche, senza apparenti differenze nell’attività al freddo. Tuttavia, l’attività fisica intensa ad elevato impatto è in grado di ridurre le difese immunitarie, e aumentare il rischio di infezioni respiratorie. Infine, alcuni supplementi potrebbero aiutare a ridurre l’impatto di attività fisiche intense sul sistema immunitario.
(C) 2018 Carlo Selmi, MD PhD
Assistant Professor of Rheumatology, University of Milan
Head, Rheumatology and Clinical Immunology, Humanitas Clinical and Research Center
Assistant Professor of Medicine, University of California, Davis